Le poesie sono il centro di questo scritto, ve ne sono un’ottantina raggruppate a coppie ognuna all’interno della propria cella.
Quest’ultima contiene infatti un racconto, delle riflessioni e le due poesie, ognuna esprime il concetto contrario o meglio complementare all’altra. Il racconto e le riflessioni che le precedono hanno delle analogie più o meno evidenti.
Per esempio potresti trovare il racconto di un figlio di papà nato in una famiglia potente e ricca che avendo avuto tutto ma al contempo essendo incatenato al suo nome e ad un ruolo, un giorno, assetato di libertà fugge per l’India con il solo biglietto di ritorno, il passaporto e 100 euro.
Seguirebbero delle riflessioni sull’opportunità di agire comunque di testa propria o seguendo la traccia ovvia della vita e due poesie, una sul bene e una sul male o sul giusto o sbagliato che vivendo si procurano a sé stessi o agli altri.
Queste situazioni intrecciandosi formano una tela che è la nostra esistenza.
Sono immagini della vita dell’autore che lo hanno portato a riflettere, vedendo l’ovvio che troppo spesso passa inosservato.
Lo scopo è di far pensare alla propria unicità di persona, condito con un po’ di estetica. Come si fa a far notare l’acqua ad un pesce? Tirandolo fuori dalla boccia di vetro fino a che gli sembrerà di stare male.
Questi scritti fanno sorridere e piangere perché portano in luce quello che ognuno di noi si tiene nascosto.
Sono circa ottanta componimenti, altri ne seguiranno.
Non si può descrivere una gioia o un dolore, bisogna viverli, così non posso descrivere la mia poesia, parole che riaccendono gioie o riacutizzano dolori, fili di una tela chiamata vita.